03 dicembre 2013

Rassegna Stampa: La Scelta di Antigone

Non solo scarpe rosse


Tante scarpe rosse hanno riempito le piazze d’Italia nelle varie manifestazioni che hanno sensibilizzato l’opinione pubblica e gli italiani verso il problema della violenza contro le donne salito agli onori della cronaca in questi ultimi tempi. Il parlamento italiano ha approvato con il carattere d’urgenza una legge che potesse in qualche modo cominciare a delineare i contorni di una situazione che emerge dall’anonimato in maniera sempre più evidente. Anche a Chioggia, l’Assessorato Pari Opportunità a nome dell’amministrazione intera ha voluto promuovere una serie di manifestazioni che hanno caratterizzato l’intero mese di Novembre. Tra queste lo spettacolo teatrale “La scelta di Antigone” (nella foto) di domenica 24 in Auditorium comunale a Chioggia messo in scena dal Gruppo Chorea sotto l’attenta magistrale regia e coreografia di Francesca Serafini e Patrizia Aricò, non certo nuove a questo genere di rappresentazione dall’elevato tenore culturale. La rappresentazione teatrale e la danza sono le forme d’arte che meglio si prestano ad una forma di comunicazione diretta con il pubblico, emozionante e coinvolgente, che obbliga l’attento spettatore ad una riflessione profonda. Così è stato anche per la piece teatrale che le interpreti Marina Alfiero, Santa Boscolo, Giorgia Boscolo Sassariolo, Serena Boscolo Anzoletti e Claudia Donin hanno messo in scena sul palco dell’Auditorium, un intreccio di storie di donne dall’Antigone di Anouilh a Isadora Duncan e Amelia Earhart. In comune una scelta, coraggiosa e dolorosa, che mette in gioco la vita stessa, fatta con consapevolezza e orgoglio, non senza travagliati passaggi interiori che rivelano all’ignaro spettatore un nuovo universo: la dimensione femminile. Una dimensione non banalizzata dalla sola differenza di genere e contrapposta a quella maschile in una lista di luoghi comuni, ma la rivelazione che, dietro il paradigma culturale di info - violenza su donne 
una situazione rimasta prigioniera di schematizzazioni e superficialità, esistono vie e dimensioni inesplorate che Aricò e Serafini hanno saputo cogliere e comunicare con il linguaggio della narrazione e con quello del corpo. Le danzatrici Gloria Bondesan, Laura Bonaldo, Roberta Cattozzo e Francesca Perini hanno sottolineato con le loro movenze suggestive i passaggi più ricchi di pathos, accompagnati talora dalla musica del flauto traverso di Giorgia Ghezzo. Una coreografia di movimenti intrecciati resi semplici e armoniosi dall’elegante interpretazione che il gruppo Chorea (da molto tempo) ci ha abituato a gustare. Patrizia, Marina, Serena, Giorgia, hanno curato un testo che ha letteralmente calato un silenzio nella sala dell’Auditorium come poche volte accade, come accade per gli spettacoli importanti. L’intento di porre all’attenzione una condizione quale quella femminile, questo dramma antico, come lo definisce Serena Dandini (da cui è stata tratta parte della rappresentazione), lo sforzo di far emergere una situazione latente e invisibile è davvero riuscito. La violenza sulle donne è stata per troppo tempo considerata un particolare accessorio, una condizione inevitabile, una situazione normale attinente alla sfera umana. La differenza tra universi maschile e femminile in realtà appartengono a un tutto che è la società civile stessa, a volte incapace e cieca nel riconoscere situazioni e nell’assegnare regole. Regole che, purtroppo, sopravvivono ancora in una cultura incapace forse di fare un balzo in avanti per paura di strappare con il passato. Esiste davvero una necessità di consapevolezza nuova.
Dai tempi in cui il delitto d’onore era legittimato dalla legislazione dello stato italiano di passi avanti se ne son fatti tanti, ma se allarghiamo l’orizzonte all’Europa molta strada rimane da fare. In questa prospettiva i canali di comunicazione quali teatro e danza che si sono salvati dall’appiattimento della digitalizzazione rimangono forme d’arte che arrivano dirette alla coscienza delle persone. L’auspicio è che rappresentazioni come quella di domenica 24 trovino sempre porte spalancate alla loro realizzazione con grande beneficio di tutti. (Pietro Alfiero)

Foto nell'articolo di Maurizio Mollicone

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